martedì 1 dicembre 2009

Se continui a fare i capricci, ti mando al nido!!!!!

Ho cercato di lasciare questo post invecchiare per prendere qualche prezioso retrogusto legnoso dalla segatura che riempie il mio cervello, ma nulla da fare non sono riuscito a mettere giù qualcosa di buono. Forse perché oltre a non avere le idee chiare come al solito, questa volta non faccio nemmeno il tifo per una idea. Ho sempre pensato che i bimbi stanno bene all'asilo e che prendere le malattie sia una di quelle cose da cui si deve passare. Però ho sempre modellato questi pensieri sulla mia esperienza personale, e per la mia generazione il nido era il nome di un posto orrendo dove i miei minacciavano di mandare mio fratello se faceva i capricci, quindi l'asilo dei miei pensieri in realtà è la scuola materna; forse prendersi la varicella a 6 mesi o ad un anno è effettivamente un po' presto!?, forse la piccola quando avrà un anno, povera, sarà traumatizzata dal fatto che mamma e papà la salutano alla mattina e riabbracciano alla sera, ed essere sballottata tra asilo e tata, sarà un po' troppo, ovvio che non intendo dire che è "impossibile" o "assolutamente da evitare" ma mi chiedo, al di la dei vincoli economici, qual è la scelta migliore? Mi sembra di aver capito che l'ideale è che il piccolo abbia un'unica figura di riferimento, in assenza del padre e madre, che sia affettuosa come un nonno, stimolante come un papà e severa come un insegnante di asilo, almeno fino a quando impara a camminare e a comunicare quando l'asilo diventa insuperabile in termini di potenzialità di interazione. Ritardando l'inserimento al nido più o meno fino ai due anni le temute malattie troveranno un corpo più pronto ad accoglierle.
Però poi trovi in rete personaggi come Calamiti Jane alias l'autrice di "contro gli asili nido", che sostiene la lotta per il diritto all'accudimento e alla maternità (altra cosa rispetto alle politiche per la natalità fin'ora attuate). Ma in attesa di trasferirci in Svezia dobbiamo scegliere tra nonni tata' o asilo. la mamma non e' tra le opzioni. Anche Eugenia Maria Marzano psicoterapeuta infantile afferma "..lo sguardo della mamma è quel collante che restituisce l'identità al bambino amato. E prima dei due anni questa relazione privilegiata è la base per la sicurezza che gli consentirà di affrontare il mondo". Quindi non e' solo un problema di ammalarsi troppo e troppo presto, è importante anche che il piccolo abbia una figura di rifermento, che se non è la mamma, un po' ci assomigli. Il candidato esprima meglio questo concetto mi verrebbe da chiedere, la Tata è un valida alternativa? Considerare magari la possibilità di una figura paterna rilevante? I nonni? E se la mamma non è così rassicurante? Forse una tata può avere più esperienza, all'asilo c'e' comunque gente professionale, forse differenziare le persone che influiscono sull'educazione, crescita socializzazione del piccolo potrebbe essere una buona strategia di riduzione del rischio di cattiva educazione.....mmh spigoloso e ancora giovane, lasciamolo invecchiare forse il tempo migliorerà questo post..
mary poppins era troppo scontata accontentiamoci di mrs doubtfire, anche se pensavo piu' alla tata francesca cacace.

http://http//www.youtube.com/watch?v=iSKftpjc1Og





1 commento:

sicampeggia ha detto...

BOOH!
Difficile.
Però da mamma, sarei gelosa dell'attacamento che mio figlio potrebbe sviluppare per una tata.
Se nonni disponibili e disposti, affiderai loro bimbi fino scuola materna.
Tuttavia migliaia di bimbi hanno frequentato nidi senza riportare danni particolari, o no?
Appunto: difficile.